Ricevo e volentieri pubblico in questa sezione del Forum l'appello dell'ISIME.
Trasmetto la nota che segue, proposta dal Consiglio Direttivo dell'Istituto storico italiano per il medio evo: quanti lo riterranno opportuno potranno restituire, con la massima urgenza, il testo firmato (eventualmente integrato e ampliato) all'Istituto (anche per posta elettronica:
[email protected]), che provvederà ad inoltrarlo al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
Grato per l'attenzione invio cordiali saluti
Massimo Miglio
Istituto storico italiano per il medio evo
P.za dell'Orologio, 4
00186 Roma
Tel. 39 6 68802075 Fax 39 6 6877059
e-mail:
[email protected]http://www.isime.itL’infondata interpretazione dell’art. 26, comma 10, della legge 448/98 e soprattutto l’errata interpretazione dell’art. 70, comma 12 del decreto legislativo 165/2001, prospettata dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio e fatta propria dall’Ufficio legislativo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, rischia di provocare la chiusura della Scuola Storica Nazionale di Studi medievali annessa all’Istituto storico italiano per il medio evo.
L’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio chiede infatti che siano a carico dell’Istituto gli oneri stipendiali, previdenziali e di altro genere degli allievi comandati presso la Scuola.
L’accoglimento della tesi dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio avrebbe come conseguenza la chiusura della Scuola, in quanto l’Istituto non è assolutamente in grado di far fronte agli oneri retributivi relativi agli allievi con il contributo tabellare che è a malapena sufficiente per l’ordinaria amministrazione.
Pertanto, nel caso in cui il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca decidesse sulla base di quanto sostenuto dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, questo Istituto si vedrebbe suo malgrado costretto ad agire in giudizio; e ciò non certo a salvaguardia di un interesse economico, ma al solo scopo di assicurare la sopravvivenza della Scuola storica, i cui meriti e il prestigio scientifico sono un patrimonio della cultura italiana.
L’Istituto, per evidenti ragioni di opportunità, preferirebbe non intraprendere un contenzioso nei confronti del Ministero, perché è innegabile che gli interessi istituzionali dell’uno e dell’altro soggetto sono formalmente distinti, ma sostanzialmente convergenti.
La Scuola Storica Nazionale di Studi medievali è stata istituita dal Ministro per l’Istruzione Giovanni Gentile nel 1923; ha assunto la denominazione di Scuola nazionale di studi medievali con R.D.L. 20 luglio 1934, n. 1226, ed è stata regolamentata il 10 novembre 1936.
Tra i suoi allievi ha avuto, tra gli altri, Raffaello Morghen, Ottorino Bertolini, Alfonso Gallo, Eugenio Dupré Theseider, Francesco Paolo Luiso, Giuseppe Martini, Paolo Brezzi, Ernesto Sestan, Arsenio Frugoni, Raoul Manselli, Cinzio Violante, Enrico Castellani, Nicola Cilento, Paolo Lamma, Girolamo Arnaldi, Giuseppe Zippel, Ottavio Banti, Cesare Vasoli, Franco Gaeta, Anna Morisi, Michele Luzzati, Chiara Frugoni, Giovanna Petti Balbi, Andrea Castagnetti, Alfonso Maierù (e l’indicazione è fortemente selettiva ed esclude gli studiosi che sono entrati a farne parte dopo il 1975).
È stata, ed è, una vera Scuola di ricerca storiografica e filologica. Ha costituito un centro di formazione di studiosi di fama internazionale ed un centro di eccellenza di raccordo tra Istituti di ricerca universitaria italiani e l’Istituto storico italiano per il medio evo.
Ci auguriamo che il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica voglia intervenire per permettere l’esistenza della Scuola Nazionale di Studi Medievali ed impedire la sua chiusura che costituirebbe un evento traumatico per la comunità scientifica italiana ed internazionale.